Grazie ragazzi

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Sinossi


Di fronte alla mancanza di offerte di lavoro, Antonio, attore appassionato ma spesso disoccupato, accetta un lavoro offertogli da un vecchio amico e collega, assai più smaliziato di lui, come insegnante di un laboratorio teatrale all’interno di un istituto penitenziario. All’inizio titubante, scopre del talento nell’ improbabile compagnia di detenuti e basic house cleaning plan questo riaccende in lui la passione e la voglia di fare teatro, al punto da convincere la severa direttrice del carcere a valicare le mura della prigione e mettere in scena la famosa commedia di Samuel Beckett “Aspettando Godot” su un vero palcoscenico teatrale.

Giorno dopo giorno i detenuti si arrendono alla risolutezza di Antonio e si lasciano andare scoprendo il potere liberatorio dell’arte e la sua capacità di dare uno scopo e una speranza oltre l’attesa. Così quando arriva il definitivo via libera, inizia un tour trionfale.

Anno: 2022 Durata: 117 min.

Note di regia

Quella di “Grazie ragazzi” è una storia vera avvenuta in Svezia a metà degli anni ’80. La visione del film francese che l’ha raccontata è stata l’occasione per adattare la vicenda alle nostre
carceri con il filtro della commedia così da arrivare a un pubblico più largo. Un film che racconta la capacità del teatro di dare un’opportunità, di scavare nell’animo umano di chi assiste, ma anche, e in questo caso soprattutto, di chi si mette in gioco recitando su un palcoscenico. È per questo che, inevitabilmente, “Grazie ragazzi” è anche un film sul mestiere dell’attore che
rimane per me affascinante e misterioso. Un film su quanto l’arte possa diventare in un carcere elemento di “libertà” e soprattutto di “possibilità”.

Cinque detenuti, fino a quel momento lontanissimi dalla cultura e da qualsiasi forma espressiva, alle prese con il teatro fanno inaspettatamente propri gli interrogativi sull’esistenza che pone Samuel Beckett in “Aspettando Godot”: “Cosa stiamo a fare qui?”. Cercando così un senso all’attesa che caratterizza il loro tempo trascorso in una cella. Interrogandosi su come riempire il vuoto del tempo passato in carcere. Sul senso della loro vita. Sul senso della nostra vita, e, in fondo a tutto, sulla possibilità di trovare, nell’intimo di ognuno di noi, una scintilla che ci può far cambiare.

Continua il percorso con Antonio Albanese (siamo al quarto film insieme), un attore con un corpo e un’anima capaci di attraversare e raccontare l’essere umano con toni e sfumature diverse, dalla risata al dramma, mai così come in questo film.

Ringrazio tutti quelli che hanno lavorato trasformandosi in non attori che diventano veri attori; da Vinicio Marchioni a Giacomo Ferrara, da Giorgio Montanini ad Andrea Lattanzi, a Bogdan Iordachioiu e Gherard Koloneci. Diversi in tutto uno dall’altro, ma straordinariamente potenti nel mostrare compatti il loro lato umano. Una nota per Sonia Bergamasco e Fabrizio Bentivoglio, lei grandissima attrice di teatro e di cinema con la quale mi onoro di lavorare da tempo, capace di giocare con i generi sfoderando momenti altissimi di umanità, e lui uno di quegli attori con i quali, dopo la prima volta, non vedi l’ora di tornare a lavorare appena possibile. Ringrazio tutta la mia troupe, i produttori Carlo Degli Esposti, Nicola Serra, Mario Gianani e Lorenzo Gangarossa, Massimiliano Orfei e tutto il gruppo di Vision Distribution. Con tutti loro approdiamo nel nostro luogo naturale: la sala cinematografica.

Riccardo Milani

Regista

Riccardo Milani (Roma, 15 aprile 1958) è un regista e sceneggiatore italiano.

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Galleria

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Cast tecnico

REGIA

RICCARDO MILANI

FOTOGRAFIA

SAVERIO GUARNA

MUSICHE ORIGINALI

ANDREA GUERRA

COSTUMI

ALBERTO MORETTI (asc)

ACCONCIATURE

TERESA DI SERIO

AIUTO REGIA

VANESSA POZZI

ORGANIZZATORE GENERALE

MICHELA ROSSI

PRODUTTORI DELEGATI

MARCO CAMILLI

MARGHERITA CHITI

LUIGI PINTO

LUDOVICA RAPISARDA

UNA PRODUZIONE

PALOMAR, WILDSIDE SOCIETA’ DEL GRUPPO FREMANTLE e VISION DISTRIBUTION

SOGGETTO E SCENEGGIATURA

MICHELE ASTORI

RICCARDO MILANI

tratto dal film Un triomphe scritto da Emmanuel Courcol e Thierry de Carbonnières diretto da Emmanuel Courcol e liberamente ispirato alla vera storia di Jan Jonson prodotto da Agat Films & Cie Marc Bordure, Robert Guédiguian ©2020 Agat Films & Cie - Les Productions du Ch’timi

MONTAGGIO

PATRIZIA CERESANI

FRANCESCO RENDA

SCENOGRAFIA

MARTA MAFFUCCI

TRUCCO

MARTINA COSSU (antepac)

FONICO IN PRESA DIRETTA

GAETANO CARITO (aits)

VINCENZO URSELLI (aits)

CASTING

ANTONIO ROTUNDI

PRODUTTORE ESECUTIVO

FRANCESCO BELTRAME

PRODOTTO DA

CARLO DEGLI ESPOSTI

NICOLA SERRA

MARIO GIANANI

LORENZO GANGAROSSA

IN COLLABORAZIONE CON

SKY

PRIME VIDEO

TEODORA FILM