Sinossi
Li avevamo lasciati in fuga. La testimonianza resa da Lorenzo sull’omicidio di Boris Giuliano aveva spinto Salvatore e la sua famiglia ad abbandonare di corsa la Sicilia. Un attimo prima che il traghetto salpasse diretto “in continente”, però, lontano dalla minaccia di una vendetta mafiosa, Salvatore era tornato a terra, aveva capito che scappare non sarebbe servito a niente, avrebbe solo significato darla vinta a chi voleva fare della sua città e della sua isola una distesa di morti e cemento.
La seconda stagione comincia proprio da questo momento cruciale, dalla non fuga dei Giammarresi che tornano a casa, compiendo uno di quegli atti che in Sicilia possono assumere un sapore eroico ed esemplare: vivere una vita normale.
Una scelta difficile, cui diventa ogni giorno sempre più difficile tenere fede. Perché si scontra con la paura, con il timore di una possibile ritorsione mafiosa. Lorenzo è angosciato, teme che la sua famiglia sia in pericolo. Devastato dai dubbi vuole rimettere tutto in discussione: è pronto a chiedere un trasferimento al Nord e lasciare questa città maledetta con tutti i suoi fantasmi.
Ma nessuno in famiglia lo segue: Angela vuole finalmente vivere la sua storia d’amore con Marco, Salvatore pensa sempre ad Alice e poi, fedele al suo rigore, non accetta di arrendersi alla mafia. E Pia?
Pia sopporta, smussa e alla fine, per il bene di tutti, si immola: si fa convincere dall’ingegnoso Massimo ad accettare una raccomandazione che le permette di ottenere la tanto desiderata cattedra a scuola. E il mandante di quel favore non è un uomo qualunque ma il boss Tommaso Buscetta che per Pia ha sempre avuto un debole. Lorenzo, di fronte alla gioia della moglie per il successo ottenuto, alza bandiera bianca e accetta di rimanere. Sembra tutto sistemato ma non è così, perché da questo momento Pia inizia a essere assalita da un profondo senso di colpa. E quel segreto nascosto inizierà a divorare lei e il suo matrimonio, fino a metterlo in discussione.
Mentre Massimo, mafioso riluttante, che vorrebbe uscire da Cosa Nostra e riprendere una vita normale è costretto a rimanere. Perché i favori si ricambiano e da Cosa Nostra non si esce…almeno da vivi.
E così inizia per tutti una nuova vita. Massimo stringe i denti e resta al servizio di Don Masino diventando, inconsapevolmente, una pedina importante dentro il narcotraffico. E sulla sua strada, a complicare tutto, trova anche una donna che gli farà perdere la testa.
Il timido Lorenzo prende coraggio e decide di provare il concorso alla Regione, perché alla guida dell’isola c’è finalmente un politico onesto e determinato: Piersanti Mattarella. Il sogno di un cambiamento non sembra più uno slogan ma qualcosa di realizzabile. Anche se dentro il Palazzo del potere regionale non tutti giocano dalla parte del Presidente. Lorenzo se ne accorgerà presto e a sue spese.
Salvatore, intanto, ritrova Alice mentre Angela – rimasta incinta di Marco – si trova davanti al dilemma più grande per una ragazza non ancora diciottenne.
E mentre la situazione dei Giammarresi si complica ogni giorno di più, su Palermo inizia a soffiare un vento pericoloso, di morte. Cosa Nostra alza il tiro e condanna a morte tutti gli uomini delle istituzioni che ostacolano i suoi piani. È l’epoca dei delitti eccellenti, vengono uccisi giudici coraggiosi come Terranova e Costa. Viene ucciso il Presidente della Regione Piersanti Mattarella, l’uomo che, accendendo la speranza di Lorenzo, voleva fare pulizia.
I corleonesi di Totò Riina assediano la città, l’aristocrazia mafiosa palermitana è in rotta, su Palermo si staglia l’ombra di una violentissima guerra di mafia.
E mentre una cappa di sangue avvolge la città, i Giammarresi devono trovare la forza per restare uniti e sopravvivere.
Questo è lo sfondo del racconto di questa seconda serie, che verrà svolto nel rispetto della verità ma con lo stesso stile e tono della prima stagione: scavando nell’umanità delle vittime, dissacrando il cliché dei mafiosi, portando alla luce episodi minori, spesso sconosciuti, ma emblematici di una guerra che non è davvero mai finita.
Cercando, attraverso i nostri personaggi, di ridere dei nostri difetti e delle nostre debolezze: quelli che hanno permesso ai mali del nostro passato di sopravvivere fino a oggi.
Note di regia
La seconda serie della “Mafia”, ha livelli di difficoltà maggiori della prima sotto vari punti di vista. Il primo riguarda la seconda parte del titolo – capitolo 2 – perché è sempre difficile ripetersi quando la prima volta si è fatto un buon lavoro. Un altro motivo è dovuto al racconto che è andato ad allargare e approfondire le storie delle vite dei nostri protagonisti. Alla storia della famiglia Giammarresi e dei piccoli e fantastici amici di Salvatore, si affianca quella dello zio Massimo e di Patrizia, ma anche quella di Cusumano, il collega di Lorenzo all’anagrafe. E si arricchisce della presenza di nuovi personaggi di cui vi rivelo solo il nome: Jolanda, Marina, il Signor Pellerito. Non mancano poi “i mafiosi” e anche questi sono molti di più. Infatti in questo nuovo capitolo si racconta della guerra di mafia, forse la più sanguinosa che abbia caratterizzato il nostro paese. Da quel 1979 la mafia, che prima uccideva senza far troppo rumore, cercando di eleminare un ostacolo senza farsi troppo notare, appunto solo d’estate, comincia a vedere nell’omicidio l’unica forma possibile di soluzione ai problemi. Quell’anno e il successivo verranno uccisi alcuni servitori dello stato. Noi ricorderemo …il magistrato e politico Cesare Terranova, il Presidente della regione siciliana Piersanti Mattarella, il procuratore Gaetano Costa. Ecco, è di loro infine, e soprattutto, che si racconta questa volta, insieme ai superstiti, ma solo fino ad allora, Rocco Chinnici e Giovanni Falcone.
Tenere le fila di questo racconto non è stato semplice. Anche perché la nostra “mafia”, è una commedia che ha l’ambizione di attirare l’attenzione su alcuni fatti di cronaca più o meno noti per parlare della mafia da un punto di vista delle persone comuni.
Questa volta più di altre, mi sono sentito quel funambolo che cerca attraverso lo spettacolo di velare la tragicità di alcune storie per farne arrivare tuttavia un significato più profondo. Chissà se mi sarò fatto capire.
Per chi avrà avuto la pazienza di arrivare fin qui nel leggere le pur sempre noiose note di regia, vi lascio ad uno scritto del Cardinale Pappalardo, colui che, a mio parere trovò le parole più precise ed esaustive per spiegare che cosa è la mafia. Leggendole capirete il nostro punto di vista e la sostanza di cui è fatta la storia che vi raccontiamo.
“la mafia…è clientelismo e favoritismo insieme, è sentirsi sicuri perché protetti da un amico o da un gruppo di persone che contano; è pretesa di fare a meno della legge e di poterla impunemente violare. Sono tipiche manifestazioni di tale atteggiamento: il voler far sempre il proprio comodo…anche in piccole cose, all’ordinato svolgersi della vita civile; l’assenteismo dal lavoro; la pretesa di non spettanti indennità e vantaggi di carriera; l’evasione fiscale organizzata e protetta e tanti altri piccoli e grandi maneggi e compromessi di vario genere che finiscono sempre per risolversi a scapito dei più deboli ed indifesi…”
Cast artistico
Galleria
Cast tecnico
Regia
Luca Ribuoli
Da un'idea di
Pierfrancesco Diliberto
Soggetto di serie e di puntate
Michele Astori
Stefano Bises
Michele Pellegrini
Head Writer
Stefano bises
Casting
Francesco Vedova
Claudia Marotti
maurilio Mangano
Aiuto regista
Andrea Rebuzzi
Suono in presa diretta
Alberto Amato
Costumi
Eva Coen
Scenografia
Marta Maffucci
Montaggio
Pietro Morana
Fotografia
Ivan Casalgrandi
Musiche
Santi Pulvirenti
Edizioni Musicali
RAI COM - New Emergency Music
Organizzatore Generale
Lele Lomiry
Produttore Esecutivo
Olivia Sleiter
Produttori RAI FICTION
Daria Hensemberger
Francesca Loiero
Produttori WILDSIDE
Mario Gianani
Lorenzo Mieli
Una Coproduzione
Rai Fiction-Wildside